In passato l’accordo, almeno implicito, tra gli editori e Google era chiaro: Google era autorizzato a scansionare gli articoli e a utilizzarne gli estratti nel proprio prodotto di ricerca e, in cambio, gli editori ricevevano visitatori tramite la piattaforma (fermo restando che l’anteprima del contenuto fosse abbastanza interessante da attirare i click).
Google ha già cercato di approfittare di questo accordo in passato. Parliamo ad esempio delle risposte dirette, cioè quelle query che vengono risposte direttamente nelle SERP (vedi i risultati sportivi), delle ricerche verticali (come quella dei video, in cui gran parte del traffico rimane all’interno del motore di ricerca) e di integrazioni come i Knowledge Graph. Questi cambiamenti hanno causato a una riduzione del Click-Through Rate (CTR) per i siti nelle SERP, ma, poiché il volume di ricerca complessivo continuava a crescere, per la maggior parte degli editori era comunque conveniente pubblicare contenuti online gratuitamente.
Ora però, con le possibilità offerte dalle AI Overview (disponibili da pochi mesi anche in Europa) e ancor più dall’AI Mode (appena introdotto negli Stati Uniti), la situazione potrebbe cambiare radicalmente. Per la prima volta Google ha la capacità tecnica di ridurre massicciamente il traffico verso siti esterni, e sono certo che sfrutterà questa opportunità.
In termini astratti, gran parte del successo di internet è dovuto al fatto che è stato possibile eliminare gli intermediari per beni, servizi o informazioni, portando ad un contatto più diretto tra la fonte e la destinazione. Con l’IA, molti editori si trovano ora ad affrontare la stessa cosa: molti dei passaggi che erano soliti eseguire possono ora essere sostituiti dall’IA. Non sorprende quindi che Google stia concludendo accordi con fonti originali d’informazioni come Reddit, ma sia molto cauto quando si tratta di accordi con gli editori. In questo modo si assicura infatti l’accesso diretto a enormi quantità di contenuti generati dagli utenti che riflettono le esperienze umane, le opinioni e le discussioni attuali: un prezioso tesoro di dati per l’addestramento e le risposte della sua IA. Al contrario, gli editori potrebbero essere sempre più visti da Google come un livello secondario di elaborazione delle informazioni potenzialmente aggirabile dall’IA.
Alla fine, per gli editori si tratterà del classico dilemma del prigioniero della teoria dei giochi: ottimizzando i rispettivi interessi personali, l’intero settore perderà (e Google vincerà). In concreto, ciò potrebbe significare che i singoli editori cercheranno di concludere accordi esclusivi con Google, migliorando la loro posizione individuale nel breve termine, ma minando il potere negoziale dell’intero settore. Altri potrebbero essere tentati di ottimizzare i propri contenuti in modo ancora più aggressivo per l’intelligenza artificiale o di spostarli dietro paywall più rigidi. Tuttavia, questo non farebbe altro che incoraggiare Google a creare le proprie sintesi e a dare maggior peso alle restanti fonti gratuite, a scapito di tutti coloro che si affidano all’accessibilità aperta.