Non è realistico (né umanamente possibile) monitorare e gestire con lo stesso livello di attenzione tutte le pagine di un sito web. La SEO, come molte altre discipline, è bene si fondi sul concetto di priorità: non tutto ha lo stesso peso.
Ed è il perché di “pagina strategica” nel titolo (o di un set di pagine strategiche). Con questo termine intendo indicare quelle pagine web che concorrono direttamente agli obiettivi prefissati.
- 1. Creazione di una pagina: perché, cosa, come e dove
- Monitoraggio: qual è lo stato di “salute” della pagina?
- Stabilire un punto di partenza in rapporto alla vecchia URL (se c’è una redirezione)
- Monitorare l’indice di visibilità in rapporto con il dominio intero e/o con la categoria
- Monitorare i cambiamenti di ranking
- Cancellazione: morte o resurrezione di una pagina
Da ecologista convinta, utilizzo spesso metafore legate alla Natura. Quindi, immaginiamo una pagina strategica simile a una pianta: va piantata nel terreno giusto, annaffiata senza affogarla, potata se serve e, talvolta, rimossa con cura. Ogni fase richiede consapevolezza, perché solo così porta la crescita dell’intero giardino od orto.
Tradotto nella SEO cosa significa? Creazione, monitoraggio e cancellazione sono tre fasi essenziali del ciclo di vita di una pagina: ogni intervento richiede scelte ponderate e dati affidabili (oggettivi, non soggettivi).
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1. Creazione di una pagina: perché, cosa, come e dove
Le “pagine strategiche” generalmente dovrebbero nascere da scelte di business/marketing; quindi, in questo “racconto”, daremo per assodato questo.
Arriva pertanto dal reparto marketing la richiesta di creare una nuova pagina. Potrebbe trattarsi del lancio di un prodotto/servizio. La decisione di “cosa” deve esserci è già stata presa (idealmente, con il/la SEO al tavolo fin dall’inizio) e ora il compito della SEO non è ovviamente quello di validare la scelta ma di accompagnarla.
Ecco almeno 6 domande che dovremmo chiedere e chiederci:
1. Qual è l’obiettivo di questa pagina?
È importantissimo e propedeutico perché su questo baseremo il tracciamento delle conversioni.
2. Esistono altre pagine simili all’interno del sito?
Attenzione qui: questa è una delle criticità più frequenti. Il motore di ricerca non conosce le nostre logiche interne di marketing e valuta le pagine anche in base alla loro coerenza semantica rispetto a un campo tematico.
Facciamo un esempio.
Sul sito esiste già una pagina dedicata a un prodotto per pulire gli occhiali da vista, ben posizionata. Se arriva la richiesta di creare una nuova pagina per lo stesso prodotto, con gli stessi obiettivi e senza alcuna sostanziale differenziazione (a parte, ad esempio, un nuovo packaging), agli occhi di Google stiamo dicendo che abbiamo due pagine uguali. E mi verrebbe da dire anche agli occhi delle persone, soprattutto se non spieghiamo bene le differenze.
Con SISTRIX possiamo verificare in pochi secondi se questo rischio esiste: basterà indagare in cannibalizzazione e filtrare per la chiave di interesse.

3. La parola chiave nella url serve davvero?
Sì e no. Sì, ma non (sempre) per questioni dirette SEO. Sicuramente sarebbe ottimo se la parola più che “chiave” fosse un “naming” intorno al quale creare un racconto. Se prendiamo l’esempio di un kit per la pulizia degli occhiali da vista, al posto di un freddo /kit-pulisci-occhiali, potremmo pensare a un naming evocativo che diventi un brand riconoscibile.
4. A parte nel menù, abbiamo possibilità di farla linkare da altre parti del sito?
5. Verrà inserita automaticamente nella mappa xml? (Non datelo per scontato).
6. Sarà aggiornata? Sì/no e se sì con quale cadenza?
Qui ovviamente stiamo dando per assodate molte cose (anche perché altrimenti questo articolo diventerebbe una sorta di Bibbia della SEO). Basti sapere che, al netto delle classiche caratteristiche tecniche necessarie affinché una pagina sia correttamente indicizzata, le domande riportate sopra vengono esattamente dopo.
In altre parole, prima ci assicuriamo che la pagina stia in piedi (tecnicamente e lato contenuti), poi passiamo a queste domande che ne determineranno il futuro ruolo strategico.
Monitoraggio: qual è lo stato di “salute” della pagina?
Abbiamo creato la pagina strategica, l’abbiamo inserita nella struttura del sito e abbiamo evitato errori di duplicazione. Ora inizia la parte del monitoraggio.
Ricordate l’esempio della pianta? Ecco, non è che possiamo lasciarla alle intemperie o lasciarla fagocitare e sparire. Quindi, quali sono le azioni di monitoraggio essenziali (al netto del caro/amato Search Console)?
Almeno queste:
- stabilire un punto di partenza in rapporto alla vecchia URL (se c’è una redirezione);
- monitorare l’indice di visibilità in rapporto con il dominio intero e/o con la categoria;
- monitorare i cambiamenti di ranking.
Stabilire un punto di partenza in rapporto alla vecchia URL (se c’è una redirezione)
Non so quanti abbiano notato che www.thinkwithgoogle.com adesso fa redirezione verso business.google.com/it/think/ (sorvoliamo sul “come” viene effettuata questa redirezione…).
Dietro ci possono essere diversi motivi, anche “logistici”. Per esempio, potrebbero aver voluto mettere ordine e riorganizzare i contenuti presenti in altri siti dentro uno stesso contenitore.
In questo caso possiamo dire che Thinkwithgoogle è morto ma anche resuscitato nelle vesti di business.google.it
Per esempio, la pagina https://www.thinkwithgoogle.com/intl/it-it/tendenze-e-insight/tendenze-di-consumo/generazione-z-video-lunghi/ ora fa una redirezione verso la pagina https://business.google.com/it/think/consumer-insights/generazione-z-video-lunghi/
Avremo quindi che la ex pagina strategica è stata sostituita da una nuova pagina strategica su un altro dominio e pertanto sarà utile stabilire un “punto di partenza” in rapporto alla vecchia URL.
Fare un confronto su Search Console (che mantiene per mesi anche le pagine che fanno redirezione) può risultare abbastanza fuorviante. Se mettiamo le due pagine a confronto su SISTRIX vedremo questo:

È evidente che, al momento, le due pagine (sebbene una faccia redirezione verso un’altra) non posso essere “paragonate” perché una (quella che redireziona) era piuttosto forte, mentre l’altra è nata da poco. Quindi, ricapitolando: nessun strumento di analytics, in un mero confronto tra periodi, ci avviserà su questo. Dobbiamo saperlo noi.
Nel grafico sotto, in questo caso, abbiamo aggiunto un pin per quando è stata fatta la redirezione (A) e un pin (B) per quando c’è stato un definitivo crollo (“morte”) della url che adesso fa redirezione.
La linea azzurra è la nuova pagina la cui visibilità ovviamente non è ancora paragonabile a quella più anziana. Come dicevo: teniamo bene a mente questa cosa anche quando faremo i confronti usando i vari report di analytics.

Tip: è buona prassi quindi stabilire un punto iniziale e ogni volta che ci sarà un intervento importante (ad esempio sull’esperienza utente del sito che si riflette anche sulla nuova pagina) aggiungiamo un pin.
Monitorare l’indice di visibilità in rapporto con il dominio intero e/o con la categoria
Anche in questo caso potremmo aggiungere un pin per indicare, questa volta, la data di pubblicazione della nuova pagina (che corrisponderà con la data di redirezione; non è detto, ma nel 90% dei casi è così).
Il confronto, a questo punto, sarà tra la pagina in rapporto alla sua/e categoria/e e al sito.
Prendendo come esempio sempre: https://business.google.com/it/think/consumer-insights/generazione-z-video-lunghi/
Il confronto dell’indice di visibilità sarà con:
- business.google.com/it/think/consumer-insights/
- business.google.com/it/think/
- business.google.com/it/
Attenzione: all’inizio è normalissimo vedere un grafico dove la nuova pagina sembra essere a zero, soprattutto perché non stiamo “normalizzando” il confronto. Ma questa è la prassi migliore a lungo periodo per capire se la pagina sta davvero crescendo “in modo autonomo”.
Nel tempo, infatti, dovremmo osservare una leggera curva di risalita nell’indice di visibilità specifico della pagina, mentre le sezioni madri rimangono stabili o subiscono variazioni minime. È proprio questo scarto, anche se piccolo, che può dirci qualcosa.
Monitorare i cambiamenti di ranking
In questo caso non posso prendere l’url che ho mostrato qui perché non ha alcun “ranking” e anche questo è normale. Certo che – mi si potrà dire – è un po’ strano trattandosi di Google. Ma così è e non indagheremo su questo perché io potrei essere denunciata 😊.
Qui (www.sistrix.it/tutorials/cambiamenti-di-ranking/) è spiegato ampiamente. Il perché farlo, anche e soprattutto in questa occasione, è presto detto: serve a capire se stiamo procedendo con i giusti interventi. Quindi serve a noi, non al Cliente (al quale consiglio di non parlare di “ranking” a meno che non sia stato ampiamente “educato” su questo concetto così ampio e per questo altamente fraintendibile).
Tip: “educare” i nostri interlocutori nel modo corretto non è mai una perdita di tempo. Inizialmente vi sembrerà di sì, ma non lo è: per ora fidatevi di me. Poi forse potremo approfondire con un altro articolo questo specifico aspetto 😊
Cancellazione: morte o resurrezione di una pagina
Le ragioni per le quali una pagina web può/deve morire possono essere diverse. La cosa veramente importante è che ci sia – davvero – un motivo: che sia voluto insomma.
Se una pagina strategica muore “per errore” (parliamo di uno status code 410 o 404), l’errore in sé potrebbe essere solo la punta dell’iceberg, sia tecnico che (peggio) di mancata/errata comunicazione.
Il lato positivo? È proprio da questi errori, o dai dubbi che li precedono, che nascono spesso le domande più interessanti.
L’enorme fortuna che ritengo di avere è l’occasione, grazie al mio lavoro, di ricevere tante domande da giovani leve della SEO, domande alle quali molto spesso non avrei pensato. Per esempio, nello specifico di una pagina da “cancellare”:
- perché non posso lasciare tutto com’è e ignorare semplicemente le pagine che dovrei cancellare?
- Posso cancellare questa pagina anche se è strategica?
In questa fase basti sapere che “cancellare” una pagina non è intrinsecamente un male. Dipende (ma dai!) dal motivo per cui abbiamo deciso di farlo.
Ma c’è di più: anche la “fine” di una pagina strategica, se ponderata, potrà contribuire alla salute di tutto il sito (versione “romantica” che, tradotta in linguaggio tecnico, si chiama semplicemente decluttering).

Tip: nella mia esperienza ho notato una correlazione costante: più la decisione di eliminare o redirezionare una pagina nasce dalla logica del “è la soluzione più veloce”, peggiori sono i risultati che ne derivano. Quindi consiglio vivamente di riflettere magari qualche minuto in più e non andare di fretta: nella SEO, le scorciatoie portano quasi sempre a percorsi più lunghi da correggere dopo.
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