Come cane e gatto: il cambio di TLD di royalcanin.it

Il famoso brand Royal Canin, specializzato in cibo per animali, cambia TLD passando dal nazionale al generico, lasciandosi però indietro l’80% della sua visibilità nelle pagine dei risultati mobile di Google. In questo articolo cercheremo di capire cosa è andato storto e di valutare come migliorare la situazione.

Da royalcanin.it a royalcanin.com

Toolbox SISTRIX: confronto dell'Indice di Visibilità di royalcanin.it e royalcanin.com

Più che un semplice cambio di TLD sembrerebbe una vera e propria decisione di business: tutti i siti nazionali di Royal Canin sono stati reindirizzati al TLD generico sotto forma di directory. Se i contenuti rimangono nelle lingue di partenza, gli URL invece sono stati uniformati e appaiono ora completamente in inglese.

Per quanto riguarda il sito italiano, la migrazione dei contenuti è avvenuta tra il 28 ottobre e l’11 novembre 2019 e ha causato una diminuzione della visibilità dell’80% nelle pagine dei risultati mobile di Google. Inoltre, nel mese di ottobre, royalcanin.it si posizionava con il quasi il quadruplo delle keyword nelle prime dieci posizioni delle SERP rispetto all’attuale corrispondente internazionale (830 contro 213).

Le directory maggiori

Toolbox SISTRIX: confronto tra le directory maggiori di royalcanin.com e royalcanin.it

Le directory che davano maggiore visibilità a royalcanin.it erano /enciclopedia/ (in rosso) e /cane/ (in blu). Come vediamo dal confronto, la struttura del sito è stata completamente modificata dopo la migrazione, e ora la directory più rilevante è royalcanin.com/it/ (in giallo), notevolmente meno influente, mentre quella /dogs/ (in verde) è praticamente assente.

Le directory più influenti di royalcanin.it avevano valore prevalentemente informativo: /enciclopedia/ era una sezione di approfondimento sulle razze, mentre /cani/ e /gatti/ (terza directory in ordine d’importanza) si focalizzavano su determinati temi e consigli utili sugli amici a quattro zampe.

La migrazione dei contenuti

Sembrerebbe che la migrazione dei contenuti abbia seguito una sorta di “pattern“:

  • gli articoli generici relativi a keyword come “razze di cani” (ex directory /enciclopedia/) sono stati normalmente reindirizzati alla sezione royalcanin.com/it/dogs/breeds/breed-library (la stessa cosa per quanto riguarda i gatti con la pagina corrispondente);
  • gli argomenti legati alle tipologie di cani, e quindi keyword come “cani da caccia” o “cani media taglia” (ex directory /cane/), riportano ora alla pagina generica royalcanin.com/it/dogs/thinking-of-getting-a-dog;
  • gli articoli legati ai prodotti come “alimentazione maltese” o “mangime per cuccioli” sono stati ricondotti alle relative pagine di prodotti o alla homepage;
  • gli articoli che trattavano di approfondimenti sulla salute, relativi a keyword come “gatti gestazione” o “sterilizzazione cagna”, sono stati reindirizzati al contenuto corrispondente (se presente);
  • i contenuti che trattavano delle specifiche razze di cani o gatti, come “gatti certosini” o “bassotto tedesco” (ex sottodirectory /enciclopedia/razza/) sono stati reindirizzati alla homepage o mostrano pagine di errore 404.
Toolbox SISTRIX: confronto tra l'Indice di Visibilità di royalcanin.com, royalcanin.it e royalcanin.it/enciclopedia/razza. La sottodirectory portava molta visibilità al sito.

Se confrontiamo gli Indici di Visibilità di royalcanin.com (verde), royalcanin.it (blu) e la sottodirectory royalcanin.it/enciclopedia/razza/ (rosso) vediamo che quest’ultima influiva massicciamente sulla visibilità online del sito e che quindi era particolarmente amata dagli utenti di Google. Un peccato, quindi, che i contenuti siano andati completamente persi.

Questo si somma al fatto che numerosi articoli informativi sulle tipologie o i comportamenti di cani e gatti sono stati reindirizzati a pagine di categoria generiche o alla homepage, comportamento altrettanto negativo per Google. Un utente che cerca infatti informazioni sui cani da tartufo, precedentemente offerte dall’URL royalcanin.it/cane/scegliere-cane-giusto/razze/tartufo, non sarà felice di trovarsi in una pagina generica relativa alla scelta del proprio cane ideale.

I reindirizzamenti

La bella notizia è che royalcanin.com in realtà possiede davvero una sezione dedicata alle razze di cani, semplicemente Googlebot non l’ha ancora completamente scoperta. Di seguito un esempio.

Toolbox SISTRIX: posizionamento di royalcanin.it e royalcanin.com per la keyword "carlino razza"

Il grafico riporta il posizionamento dei due siti per la keyword “carlino razza” nell’ultimo anno: sulla sinistra sono riportate le posizioni di ranking nelle pagine di Google, mentre in basso le relative date.

Esso dimostra che royalcanin.it (linea rossa) si posizionava stabilmente tra le prime 10 posizioni di Google per la keyword analizzata. Il contenuto corrispondente di royalcanin.com esiste, infatti è presente nelle SERP, ma oscilla tra l’ottava e la decima pagina, e risulta quindi introvabile dagli utenti (linea blu).

Il tutto perché il vecchio URL non è stato reindirizzato al nuovo, e quindi Googlebot ha dovuto scansionarlo e valutarlo da zero. Questo sta avvenendo per la maggioranza dei contenuti all’interno della sottodirectory royalcanin.com/it/dogs/breeds/.

Conclusione

La migrazione di royalcanin.it a royalcanin.com ha causato una forte perdita di visibilità all’interno delle pagine dei risultati di ricerca di Google.

Questo sembrerebbe derivare principalmente dal fatto che una buona fetta dei contenuti non è stata reindirizzata ai corrispondenti del nuovo sito usando dei Redirect 301. Googlebot non riesce quindi più a trovare i vecchi articoli che si posizionavano (essendo ora pagine 404), per cui li elimina dalle SERP e scansiona ex novo quelli recenti, mentre i domini concorrenti occupano i posti lasciati liberi.

In aggiunta, numerosi articoli informativi ben posizionati prima della migrazione sono stati reindirizzati alla homepage o a pagine di categoria generiche, venendo considerati da Google come errori Soft 404.

Il modo migliore di procedere sarebbe quindi d’indicare a Googlebot quali contenuti rispecchiano quelli del sito precedente tramite Redirect 301, in modo che possano essere al più presto mostrati agli utenti nelle SERP. Se invece i contenuti non sono definitivamente più disponibili sarà preferibile segnalarne l’assenza tramite codice di stato 404, in modo che Google eviti di usare Crawl Budget prezioso per scansionarli e possa definitivamente toglierli dalle pagine dei risultati.

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