La SEO internazionale nella pratica

Un mese fa Dominik Schwarz, Chief Inbound Officer di HomeToGo, è stato ospite di SISTRIX per parlare della sua strategia internazionale, che lo ha portato a superare Airbnb in termini di visibilità su Google. Infatti, chi meglio di lui può darci dei consigli a riguardo? Se desideri mettere alla prova le tue doti linguistiche, trovi l’intervista completa qui. Se invece ti basta un riassunto, allora questo articolo fa per te!

Internazionalizzazione = localizzazione

La domanda di partenza è: una strategia SEO internazionale deve essere effettuata a livello di Paese o di lingua?

In teoria verrebbe da scegliere la seconda opzione: esistono molte più persone che parlano spagnolo che spagnoli. Il problema è che i parlanti spagnolo di ciascun Paese sono totalmente differenti tra loro, avendo mercati, bisogni, concorrenti, e tanti altri elementi molto specifici.

L’ottimizzazione deve quindi avvenire a livello di mercato con una visione più locale possibile.

Qual è il team perfetto per la SEO internazionale?

È fondamentale che in un team internazionale siano presenti dei parlanti madrelingua del Paese a cui ci si vuole approcciare: solo loro possono conoscere veramente il mercato target e le sue sfaccettature.

In questo modo sarà possibile rendere il prodotto più locale possibile. Ad esempio, Dominik ha citato la homepage tedesca e svizzera di HomeToGo, dove un termine è stato scritto in due varianti differenti a seconda del sito corrispondente, in modo che sia immediatamente riconoscibile all’utente.

Un dettaglio che può fare la differenza.

Qual è il ruolo degli altri motori di ricerca?

Secondo Dominik la SEO internazionale dovrebbe puntare sempre a Google, in quanto gli altri motori di ricerca ricoprono un ruolo marginale.

In Russia è ancora utilizzato Yandex, mentre in Giappone una buona parte di utenti usa Yahoo, ma Google sta comunque avanzando velocemente anche in questi mercati.

La Cina è invece un mercato a sé, essendo il sistema di ricerca basato soprattutto sulle App. Si tratta sicuramente di un Paese che necessita una strategia ad hoc, e non un ottimo punto di partenza per chi si cimenta nella SEO internazionale per la prima volta.

Quali sono le strategie di dominio adatte per la SEO internazionale?

Dominik lista tre strategie principali:

  1. usare un TLD generico (miosito.com), facendo in modo che il client ottenga la versione in lingua, mentre Googlebot veda sempre solo la versione standard. Questa strategia è sconsigliata perché non ben funzionante.
  2. mantenere un TLD generico (miosito.com) creando sottodomini (it.miosito.com) o directory (miosito.com/it) relativi alle diverse versioni linguistiche. Una buona soluzione, ma attenzione: nel caso di problemi con il dominio principale, si rischia di mettere a rischio l’intera strategia internazionale.
  3. usare TLD locali (come miosito.it, miosito.es, ecc.), evitando non solo il problema precedente, ma permettendo anche di aumentare potenzialmente il CTR (Domink sostiene che molti utenti tendano a fidarsi maggiormente dei siti locali).

Come posso evitare casi di contenuti duplicati?

Ha senso creare un contenuto identico per Paesi che parlano la stessa lingua, come Germania, Austria e Svizzera? Assolutamente sì!

Per evitare problemi di contenuti duplicati è importante utilizzare correttamente il Tag Hreflang, in modo da indicare a Google quale versione linguistica equivale a quale Paese.

Per evitare errori nel Tag Hreflang (cosa non rara, secondo Dominik almeno il 25% dei siti ha problemi in questo campo) esistono numerosi tool che permettono di rilevare eventuali problematiche.

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Ha senso reindirizzare gli utenti alla lingua corrispondente?

Secondo Dominik il reindirizzamento automatico degli utenti ad una determinata versione linguistica in base alla loro posizione geografica non è un vantaggio. Oltre al fatto che alcuni di essi potrebbero volere il sito che hanno cliccato nella lingua originale, Googlebot vedrà il sito solo nella variante americana (trovandosi negli Stati Uniti).

Una buona soluzione è quella di mostrare agli utenti l’alternativa linguistica in modo che possano decidere autonomamente quali contenuti visualizzare.

Se il server si trova in Italia, il sito si posizionerà meglio in Italia?

La localizzazione del server non ha alcun impatto sul posizionamento. L’importante è impostare correttamente il CDN per fare in modo che la pagina italiana, in questo caso, sia veloce a mostrare i contenuti.

Riassunto

Dominik riassume la SEO internazionale in tre punti:

  1. O tutto, o niente: non ha senso cominciare una strategia SEO internazionale se non si desidera investire lo stesso sforzo e budget di quella del mercato in cui già si opera.
  2. Ottimizza a tutto tondo: per una strategia internazionale non basta tradurre esattamente i contenuti nella lingua del mercato target, bensì è necessario pensare ad ottimizzare bisogni, keyword cluster e offerte in modo locale.
  3. Rendi la SEO internazionale parte integrante della strategia aziendale, e non un ramo secondario, altrimenti non funzionerà.
Una SEO internazionale a tutto tondo.
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