La nascita ed espansione di ChatGPT e modelli linguistici comparabili, fa sorgere sempre più la domanda se l’ottimizzazione per i motori di ricerca debba ancora basarsi sui contenuti redazionali o se in futuro le macchine genereranno in autonomia testi che si posizionino bene su Google.
- Quali sono le caratteristiche di un testo di qualità nella SEO odierna?
- EEAT come standard di qualità
- In che modo ChatGPT può creare testi per la SEO? Quali sono i suoi limiti?
- Velocità e struttura anziché profondità
- La responsabilità editoriale non può essere sostituita
- Quali contenuti verranno ancora richiesti in futuro?
- 1. Contenuti basati sull'esperienza
- 2. Dati, analisi e opinioni
- 3. Classificazione competente
- 4. Rilevanza specialistica
- 5. Responsabilità editoriale
- 6. Collaborazione tra umano e macchina
- Caso pratico: utilizzare ChatGPT per la SEO con i dati di SISTRIX
- 1. Analizzare i Keyword Cluster e definire i formati di contenuto
- 2. Usare le domande degli utenti per le FAQ partendo dalle keyword Long-Tail
- 3. Utilizzare un elenco di keyword come base per la struttura semantica
- 4. Analizzare la concorrenza nelle SERP e determinare un approccio di differenziazione
- 5. Generare varianti per titoli e Meta Description di contenuti
- 7. Contenuti multilingue
- ChatGPT è uno strumento, non un sostituto per strategia e qualità
- Tool AI nella pratica: il SISTRIX Content Assistant AI
In questo articolo daremo uno sguardo critico alle capacità e ai limiti dei testi generati dall’AI nel contesto SEO, mostrando cosa devono offrire oggi i contenuti di qualità, quale ruolo continuano ad avere copywriter, redattori ed esperti, e come ChatGPT può essere integrato in modo significativo nel workflow editoriale.
Quali sono le caratteristiche di un testo di qualità nella SEO odierna?
Il testo di un sito non è un semplice veicolo d’informazioni. Per essere trovato nei motori di ricerca, esso deve infatti soddisfare un obiettivo concreto: intercettare gli utenti esattamente dove inizia la loro domanda, il loro problema o il loro interesse. Ciò significa che un buon “testo SEO” si orienta all’intento di ricerca, rispondendo non solo a una domanda, ma anche contribuendo a raggiungere gli obiettivi aziendali come il fatturato, le lead o la portata del pubblico target.
Ogni query di ricerca rappresenta un intento specifico. Chi cerca su Google “migliori biciclette 2026” non vuole un semplice testo generico sulle biciclette, bensì confronti, recensioni o consigli. I testi che non soddisfano questo intento non offrono valore aggiunto e hanno difficoltà ad ottenere buoni posizionamenti.
EEAT come standard di qualità
Google pone sempre più valore sui contenuti che dimostrano Expertise, Experience, Authoritativeness e Trustworthiness (E-E-A-T, cioè Competenza, Esperienza, Autorevolezza e Affidabilità), non solo per gli argomenti medici o legali. La fiducia gioca infatti un ruolo fondamentale anche nelle questioni quotidiane: chi sta consigliando qualcosa? Quale fonte c’è dietro il testo? L’autore è un esperto, una persona direttamente coinvolta o qualcuno che si limita a riassumere contenuti senza conoscenze specifiche?
Un buon testo SEO non funziona in isolamento, bensì è parte di una strategia di Content Marketing che conosce il pubblico target e il contesto competitivo. Solo chi costruisce i contenuti in modo mirato, li valuta e li migliora regolarmente può costruire una visibilità duratura.
In che modo ChatGPT può creare testi per la SEO? Quali sono i suoi limiti?
ChatGPT si basa su un cosiddetto Large Language Model, un modello addestrato con enormi quantità di testo che è in grado di generare nuovi contenuti grammaticalmente corretti e spesso sorprendentemente coerenti a livello contenutistico. Esso analizza schemi nel linguaggio, non conoscenze reali: proprio questa caratteristica è la sua più grande forza e, al contempo, la sua maggiore debolezza.
Velocità e struttura anziché profondità
ChatGPT può fornire una bozza di testo in pochi secondi: un notevole risparmio di tempo nella creazione di contenuti! Particolarmente utile per molti utenti è la capacità di riassumere testi, creare schemi o suggerire diverse varianti di un paragrafo. Per argomenti ad alta densità informativa, sono tutti ottimi motivi per usare questa piattaforma.
Ciò che manca è la vera profondità. ChatGPT non valuta, né “comprende” le informazioni, generando un testo linguisticamente plausibile basato su probabilità statistiche. Questo è problematico soprattutto perché i dati esatti di addestramento non sono pubblici, quindi è quasi impossibile verificare su quali fonti si basi un testo o se le informazioni contenute siano effettivamente corrette. Chi non è esperto spesso non riconosce errori e lacune.
La responsabilità editoriale non può essere sostituita
Quando ChatGPT non è in grado di fornire informazioni appropriate, i contenuti vengono “inventati” sul momento: questo è un punto molto critico per molti. Si tratta delle cosiddette “Allucinazioni“, cioè risposte che appaiono corrette a prima vista, ma non si basano su fatti verificabili. Chi adotta contenuti generati dall’AI senza verifica rischia di fare dichiarazioni false, con conseguenze per l’affidabilità, la sicurezza legale e la performance SEO.
Per questo motivo, per lavorare con testi AI è necessaria una competenza editoriale. Senza una verifica contenutistica e adattamenti dettagliati, il testo rimane generico e rischia di violare il principio di Google di “Helpful Content” e, nel peggiore dei casi, anche la legge vigente.
I limiti dell’AI si manifestano esattamente dove i testi SEO devono offrire rilevanza e affidabilità: proprio a questo punto entra in gioco l’essere umano.
Quali contenuti verranno ancora richiesti in futuro?
Se tool di AI come ChatGPT o le AI Overview di Google possono fornire testi generici in una frazione di secondo, la domanda sorge spontanea: quali contenuti hanno ancora rilevanza? La risposta risiede nella differenziazione, cioè in contenuti che non siano facilmente copiabili, basati su esperienze autentiche, che offrano insight o creino un valore aggiunto che una macchina non può improvvisare.
1. Contenuti basati sull’esperienza
I testi con esperienze personali o applicazioni pratiche offrono un chiaro vantaggio: sono credibili, tracciabili e unici. Chi, ad esempio, testa un prodotto, sperimenta una strategia o utilizza un servizio, fornisce informazioni che sono veramente utili per gli altri. Ciò corrisponde anche alla cosiddetta “Experience” nel modello E-E-A-T promosso da Google.
Esempio: un articolo con feedback reali degli utenti su un tool SEO ha una rilevanza significativamente maggiore rispetto a una panoramica puramente teorica.
2. Dati, analisi e opinioni
Anche la basilarità sui dati crea distinzione. Chi effettua analisi proprie, valuta i trend di settore o condivide opinioni fondate si distingue dal contenuto generico. Soprattutto nei mercati B2B o nelle nicchie specialistiche, questo approccio è una forte leva per costruire autorevolezza: distinguersi dalla massa è e rimane l’obiettivo principale della SEO.
In questo, la trasparenza è importante: quali dati sono stati utilizzati, come sono stati valutati e quali conclusioni ne trae l’autore o l’autrice?
3. Classificazione competente
Google presta sempre più attenzione a chi crea i contenuti: un autore già noto, con un focus specialistico e una competenza comprovabile può migliorare la fiducia e i ranking. I contenuti anonimi e puramente generati artificialmente hanno sempre più difficoltà a costruire visibilità.
I testi SEO che vogliono resistere in futuro devono, quindi, offrire di più: hanno bisogno di sostanza, personalità e contesto. A questo punto è chiaro che il ruolo di copywriter, redattori e specialisti continuerà ad essere fondamentale.
4. Rilevanza specialistica
Chi scrive un testo su un determinato argomento deve anche comprenderlo: solo così i contenuti possono essere classificati correttamente, presentati nella pratica e ponderati in modo sensato. L’AI può suggerire formulazioni, ma non sa cosa sia veramente importante, mentre gli esseri umani riconoscono le correlazioni e quindi possono valutare gli sviluppi e adattare i contenuti in modo mirato al pubblico di riferimento.
Esempio: un articolo specialistico su Google Search Console richiede non solo la descrizione delle funzionalità, ma anche esperienza nell’uso dello strumento. Senza questa prospettiva, il testo rimane superficiale.
5. Responsabilità editoriale
I contenuti creati meccanicamente devono essere verificati, adattati ed approvati sia dal punto di vista contenutistico, sia per quanto riguarda gli aspetti legali (come il diritto d’autore o l’etichettatura dei prodotti). Chi scrive per aziende o brand ha una responsabilità che non può essere delegata ad un’AI. Chi si occupa di verificare le informazioni deve prima di tutto aver compreso personalmente e a fondo tali contenuti.
6. Collaborazione tra umano e macchina
Gli strumenti AI stanno attualmente cambiando il processo editoriale, occupandosi delle routine noiose, fornendo le prime stesure di un testo e aiutando con la struttura. Il vero lavoro inizia però dopo: verificare i temi, affinare i contenuti, classificare le affermazioni, aggiungere esempi, assicurare la qualità. I copywriter e i redattori stanno diventando sempre più Content Editor con competenze AI.
Chi usa ChatGPT in modo sensato non lavora necessariamente meno, bensì in modo diverso, con maggiore enfasi su strategia, rilevanza e qualità. Grazie all’AI, copywriter e redattori risparmiano tempo nella creazione di schemi, bozze e formulazione di testi, ma lo sforzo di ricerca rimane lo stesso.
Caso pratico: utilizzare ChatGPT per la SEO con i dati di SISTRIX
Se utilizzato correttamente, ChatGPT può supportare in modo efficace i SEO e i team di contenuti. La chiave risiede nella qualità dei prompt e dei dati: chi fornisce istruzioni precise e ricerca dati propri ottiene risultati meglio strutturati e più pertinenti. Tuttavia, l’output dell’AI non è mai definitivo: solo attraverso la verifica umana, la correzione e l’integrazione è possibile creare un testo che funziona davvero.
1. Analizzare i Keyword Cluster e definire i formati di contenuto
Obiettivo: ottenere aree tematiche significative e formati di contenuto partendo da una lista di grandi dimensioni.
Esempio di Prompt:
“Ecco un elenco di keyword con volumi di ricerca. Crea dei cluster tematici e suggerisci formati di contenuto appropriati per ogni cluster (ad es. guida, modello da scaricare, FAQ, confronto). Valuta se le keyword hanno uno scopo informativo, navigazionale o transazionale. (Inserisci l’elenco di keyword)”
➡️ Risultato: ottieni una prima struttura di contenuti, utile ad esempio per temi come “Report per piccole imprese”, “Strumenti di fatturazione su Word vs. Excel” o “Modelli di fatturazione gratuiti o a pagamento”.
2. Usare le domande degli utenti per le FAQ partendo dalle keyword Long-Tail
Obiettivo: formulare domande tipiche degli utenti basate su keyword concrete, per strutturare i contenuti in modo user-centric.
Esempio di Prompt:
“Formula domande tipiche degli utenti per le seguenti keyword long-tail. L’obiettivo è rispondere a queste domande in una sezione FAQ di una guida.
(Esempio di keyword: modello fattura piccolo imprenditore gratis, modello fattura excel, modello fattura libero professionista)”
➡️ Risultato:
- “Come si usa un modello di fattura gratuito se sono un piccolo imprenditore?”
- “Quali vantaggi offre un modello Excel per le fatture?”
- “Cosa bisogna considerare in una fattura per liberi professionisti?”
3. Utilizzare un elenco di keyword come base per la struttura semantica
Obiettivo: sviluppare una struttura contenutisticamente sensata a partire da una keyword principale, correlata ad altri concetti importanti.
Esempio di Prompt:
“Crea una struttura per un articolo di una guida sul tema ‘Modello di fattura per piccoli imprenditori’. Utilizza termini rilevanti da questo elenco di keyword, evitando il keyword stuffing.
(Estratto dall’elenco: modello fattura piccolo imprenditore, fattura piccolo imprenditore modello, modello fattura piccolo imprenditore pdf, modello fattura piccolo imprenditore gratis)”
➡️ Risultato: una struttura con intestazioni H2/H3 che copre diverse forme di utilizzo e formati di file.
4. Analizzare la concorrenza nelle SERP e determinare un approccio di differenziazione
Obiettivo: riconoscere quanto i competitor sono visibili per specifiche keyword e, di conseguenza, determinare cosa dovrebbero offrire i propri contenuti.
Esempio di Prompt:
“Ecco i dati di visibilità per i domini A, B e C per determinate keyword. Determina per quali keyword i concorrenti non si posizionano nelle prime 10 posizioni di Google e indicami per quali keyword e argomenti vale la pena creare dei contenuti mirati in modo da posizionarmi più facilmente.”
➡️ Risultato: una prima valutazione di quali nicchie sono meno contese e possono essere affrontate con contenuti originali.
5. Generare varianti per titoli e Meta Description di contenuti
Obiettivo: creare diverse varianti ottimizzate per le SERP a partire dal testo di una keyword.
Esempio di Prompt:
“Crea cinque diverse varianti di Title Tag per la keyword ‘modello per scrivere fattura’. L’obiettivo è generare CTR. Limita la lunghezza a 60 caratteri ed evita le ripetizioni.”
➡️ Risultato:
“Scrivere una fattura: Modello gratuito per Word e PDF”
“Modello di Fattura da Compilare – Scarica Subito”
“Veloce e sicuro: Modello per Scrivere una Fattura”
7. Contenuti multilingue
Obiettivo: richiedere l’aiuto di ChatGPT per inserire contenuti pertinenti in siti multilingue.
Prompt:
“Traduci il seguente testo in inglese e adattalo linguisticamente al pubblico target nel mercato statunitense: (Testo). Utilizza le seguenti keyword: ‘free invoice template, invoice, receipt template, invoice quote template free, invoice generator, create an invoice’”
➡️ Risultato: ChatGPT traduce e “localizza”, ovvero adatta il tono e i termini del contenuto ad un pubblico target diverso. Questo fa risparmiare tempo e risorse, specialmente per le strategie SEO internazionali. Tuttavia, anche qui vale il principio seguente: ogni testo dovrebbe essere verificato da un utente madrelingua per quanto riguarda l’accuratezza specialistica e culturale.
ChatGPT è uno strumento, non un sostituto per strategia e qualità
ChatGPT può accelerare processi, fornire idee e alleggerire compiti ripetitivi, ma la SEO è più della semplice quantità. La visibilità non si crea con la massa, bensì con la rilevanza, il contesto e una strategia di contenuti ben ponderata. I contenuti devono piacere al pubblico target e aiutarlo, in modo che il dominio venga percepito come affidabile.
Senza un pubblico target chiaro, una pianificazione dei temi e una comprensione degli intenti di ricerca, ogni testo rimane solo uno tra milioni. Tool AI come ChatGPT sono utili per creare contenuti più velocemente, ma solo se fanno parte di un processo editoriale strategico. Chi pianifica i contenuti, li verifica e li ottimizza continuamente, trarrà beneficio dall’AI, mentre chi si affida esclusivamente all’automazione produrrà spam, non qualità.
Tool AI nella pratica: il SISTRIX Content Assistant AI
Uno strumento che può supportare efficacemente il tuo processo editoriale è il Content Assistant AI di SISTRIX. Esso combina le funzioni AI di GPT-4 con i dati SEO di SISTRIX e aiuta a creare contenuti in modo strutturato e basato sui dati.

Tra le altre cose, il Content Assistant fornisce keyword pertinenti, analizza la concorrenza, suggerisce schemi di contenuto e può anche generare su richiesta dei paragrafi testuali. In questo, ogni suggerimento si basa su dati SEO reali, come il volume di ricerca o la visibilità delle singole query, il che rende i contenuti non solo linguisticamente corretti, ma anche strategicamente sensati.
Proprio nella collaborazione con ChatGPT, il Content Assistant è un buon esempio di come gli strumenti AI possano facilitare il lavoro senza sostituire la responsabilità editoriale. Non dimenticarti però che la vera qualità continua a risiedere nella valutazione, integrazione e classificazione umana.
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