Google Search Console: differenze e limitazioni

Tramite Google Search Console, Google riporta interessanti informazioni riguardo ai Ranking del proprio dominio. Questi dati sono intrinsecamente diversi da quelli presenti nel Toolbox SISTRIX: in questo articolo spiegheremo le principali differenze.

Nell’agosto 2015 il Toolbox è stato il primo tool a possedere un’interfaccia API che permettesse ai clienti di collegarsi a Google Webmaster Tools, predecessore di Google Search Console. Siccome i dati di Google Search Console e del Toolbox SISTRIX si differenziano sia per metodi di rilevamento, sia per finalità, abbiamo deciso di rispondere alle numerose domande che ci vengono poste per quanto riguarda il confronto tra queste due fonti di dati. In questa pagina, dunque, tenteremo di fare un po’ di chiarezza.

Per raggiungere la performance migliore servono Benchmark

Il raggiungimento della migliore performance possibile lo si può raggiungere solo attraverso un confronto con i concorrenti. Non è stato un caso, ad esempio, che, quando il primo corridore ha battuto il record dei magici 10 secondi nei 100 metri piani, sia stato immediatamente raggiunto da altri due corridori alla stessa velocità.

Il confronto con i concorrenti è un parametro chiave del Toolbox: si tratta dell’unico modo grazie al quale puoi comprendere se sei effettivamente in vantaggio o sotto la media.

Questo Benchmark non esiste su Google Search Console. Questa piattaforma ti permette infatti di vedere i dati storici del tuo dominio, ma non di avere informazioni sull’ambiente che ti circonda. In sostanza, saprai quanti click hai ottenuto oggi e potrai confrontarli con quelli ottenuti 4 settimane fa, ma non avrai la minima idea dei tuoi concorrenti, che magari generano una quantità di click dieci volte maggiore.

Differenze nel rilevamento dei dati

Il metodo per il rilevamento dei dati del Toolbox è sostanzialmente differente rispetto a quello di Search Console. Google registra i dati su Search Console quando un utente richiede una determinata pagina dei risultati di ricerca. Questo significa che, se la pagina non viene richiamata per un dato periodo di tempo, non sarà fornita nessuna misurazione, e quindi nessun dato.

Per quanto concerne il Toolbox, noi non ci affidiamo alle azioni degli utenti, bensì misuriamo i Ranking delle singole keyword, in modo regolare e affidabile. Proprio su questa differenza fondamentale si basano numerosi punti successivi.

Con il bel tempo cambiano i dati

In base al rilevamento dei dati avvengono anche delle modifiche nella richiesta degli stessi (cioè nella quantità e nella qualità delle ricerche) direttamente nelle valutazioni di Search Console. Ad esempio, se durante una determinata settimana il meteo è particolarmente soleggiato, verranno generati meno click, ma questo non vuol dire che anche i Ranking subiscano delle modifiche.

Oltre alle condizioni meteorologiche, anche le stagioni, le vacanze scolastiche, alcune notizie di programmi mediatici o televisivi, i giorni festivi e tanti altri fattori esterni possono influenzare i dati oggetto di misurazione. Per questo motivo Search Console è strutturalmente molto più simile ad un tool di analisi come Google Analytics, rispetto ad un software SEO come il Toolbox.

L’analisi delle cause e degli effetti è fondamentale in un ambiente complesso come la SEO: a causa dei numerosi fattori esterni che influiscono sui dati di Search Console, tuttavia, questa analisi diventa molto più complicata o addirittura impossibile.

Nessun confronto tra dati mobile e desktop

Nella maggior parte dei Paesi la quantità di ricerche su Smartphone ha superato quelle su computer: per questo motivo (e per la decisione di Google di usare il Mobile First Index) un confronto affidabile tra la performance mobile e desktop diventa la base di una strategia SEO di successo.

Siccome il comportamento degli utenti su cellulare e su pc si differenzia molto, non è possibile effettuare nessun confronto valido con Google Search Console. Ad esempio, gli utenti Smartphone cliccano raramente sulla seconda o sulla terza pagina dei risultati di ricerca, al contrario di quelli desktop. I dati di GSC si basano però su questo comportamento degli utenti, per cui non è possibile effettuare un confronto. Nel Toolbox facciamo invece in modo che vi sia una chiara distinzione tra SERP desktop e mobile.

Distribuzione dei Ranking non affidabile

La distribuzione dei Ranking è la base per riconoscere i formati di contenuto migliori: infatti, ha senso continuare a sviluppare solo quelli che si posizionano mediamente più spesso nelle pagine dei risultati di Google.

Siccome i dati di Search Console vengono registrati solo quando un utente raggiunge la pagina corrispondente, essi non rendono fattibile un’analisi sulla distribuzione dei Ranking. Infatti sono molto pochi gli utenti che cliccano su risultati della seconda, terza o decima pagina delle SERP.

Un esempio di valutazione errata causata dai dati di Google Search Console l’abbiamo riportata in un nostro vecchio articolo del 2015.

Visione sbagliata di opportunità e problematiche

In linea di principio Google misura solo quelle keyword grazie alle quali un sito si posiziona sulla prima pagina dei risultati di ricerca, ma non quelle potenzialmente interessanti e che ancora non vengono utilizzate. Se non si ha la fortuna che un utente clicchi su una keyword in ottava o nona pagina dei risultati, essa non emergerà dalle valutazioni di Google Search Console.

Posizionamenti peggiorati oppure assenza di utenti?

Con i dati di Google Search Console è impossibile effettuare valutazioni per sapere se determinate keyword risultano nuove nei posizionamenti oppure se sono completamente scomparse dai Ranking. Non si può essere quindi certi se la propria pagina non si posiziona più tra i risultati di ricerca, oppure se semplicemente gli utenti non stanno cercando la keyword corrispondente.

Il Toolbox permette di effettuare queste importanti valutazioni, mettendo a disposizione numerosi dati di confronto per un certo periodo di tempo.

Il consolidamento dei dati distrugge la trasparenza

A partire dal 2019 Google consolida i dati di Google Search Console in base agli URL canonici di una pagina (Canonical URL). Così facendo, Google crea un livello di astrazione interno (e, per pagine grandi, spesso fallace) per quanto riguarda i dati disponibili. Questo significa che non è più possibile stabilire con chiarezza quale URL venga mostrato nelle pagine dei risultati di ricerca, e di conseguenza individuare eventuali errori di configurazione, Redirect, pagine AMP e tanti altri casi.

Quantità di keyword su base differente

L’interfaccia API di Search Console riporta le keyword come combinazioni di keyword/termine di ricerca, URL, dispositivo e Paese. Già solo per il termine “sistrix”, la situazione è come quella riportata nel nostro screenshot: 130 “risultati”. Nel Toolbox invece contiamo ogni keyword solo una volta, quindi, nell’esempio (sicuramente un po’ estremo) precedente, il Toolbox riporterà solo una riga all’interno della tabella corrispondente, ed essa mostrerà i posizionamenti migliori a seconda del dispositivo e del Paese selezionati. I due strumenti riportano quindi dati non confrontabili tra loro.

La posizione media può indurre a confusione

L’indicazione del posizionamento all’interno di Search Console viene rappresentata spesso con numeri decimali. Un sito potrebbe quindi avere un posizionamento medio di 2,6 per una determinata keyword, in quanto i valori decimali di riferiscono al modo di “contare” i risultati di Google.

Google conta infatti i risultati che possiedono un link verso la pagina obiettivo, partendo dalla parte superiore verso quella inferiore della pagina e includendo anche altri elementi di ricerca, come i Knowledge Graph.

Questo tipo di conteggio è comprensibile per un motore di ricerca, ma dalla prospettiva di chi gestisce un sito può risultare poco chiaro e portare a conclusioni sbagliate.

Questo significa che, se il proprio dominio si posiziona organicamente in posizione 1, ma nella pagina dei risultati è presente un elemento aggiuntivo (come un Knowledge Panel) in cui lo stesso sito è presente, Google lo indicherà in posizione 6 ((Pos. 1 + Pos. 11)/ 2).

Il ritardo nei dati

Tra la misurazione di Google e la presentazione dei dati su Google Search Console o via API passano alcuni giorni. Non si lavora, dunque, su valori attuali: questo significa che, nel caso i dati mostrino dei valori anomali, le analisi svolte su di essi non riguarderanno l’esatto momento in cui il cambiamento ha avuto luogo, bensì il momento in cui esso è stato notato. Questo comporta regolarmente dei problemi nella valutazione dei dati: Google non considera GSC come un prodotto atto per guadagnare, bensì un male necessario per limitare il controllo dei dati.

I dati di Google Search Console non sono completi

Storicamente Google Search Console era stata pensata come successore delle keyword referer, filtrate in base alle regole sulla privacy da parte di Google. Purtroppo però non esistono informazioni su volume, proporzione e background del filtraggio, né si sa se quest’ultimo è stato modificato nel tempo. Quindi, al contrario del vecchio metodo dei Referrer String, su Search Console mancano dei dati: il problema è che non si sa quanti e secondo quali regole.

Background: l’origine di Google Search Console

Per comprendere perché Google presenta i dati di Search Console nella forma attuale, è utile avere un’idea della sua storia (nonché degli ex Google Webmaster Tools).

Per molto tempo i risultati di Google sono stati riportati non crittografati (e quindi senza HTTPS), per cui i webmaster avevano la possibilità di riconoscere nei loro file log del server, attraverso la selezione del referer, quali keyword erano state cercate dall’utente per raggiungere una determinata pagina.

Alla fine del 2011, con l’introduzione del protocollo SSL, la situazione è cambiata: la quantità di ricerche cifrate su Google è diventata sempre maggiore. È stato nel corso di questo cambiamento che Google ha smesso di dare informazioni relative alle keyword ai webmaster, etichettando questo tipo di valutazioni come “Not Provided”.

La giustificazione per questa decisione, secondo Google, è data dal fatto che gli utenti che effettuano una ricerca cifrata usano le keyword in modo confidenziale e non vogliono che i loro dati siano trasmessi a terzi.

Tuttavia, per non lasciare il webmaster completamente all’oscuro di tutto, è stato creato il rapporto sulle prestazioni all’interno di Google Search Console. Attraverso un sistema di filtri, il webmaster potrà quindi avere maggiori informazioni sulle sue keyword.

Dal punto di vista di Google, quindi, Google Search Console è il successore del referer dei file log, nonché un’estensione di Google Analytics, piuttosto che un vero e proprio software SEO.

25.02.2020